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Le mani e la follia (Genova, 1979)
Le mie mani sono perfettamente tese.
Già da un’ora sto guardandole: con le pale rivolte verso il viso, bianche. A volte le sento piegarsi con strappi fulminei, per un attimo tempo che possano colpirmi: allora le premo rapidamente sulle gambe; resto immobile uno o due minuti, attendo. Da molti mesi mi inquietano, da quando caddi su di esse senza spezzarle. I primi che mi soccorsero guardarono con stupore quelle dita magrissime, integre, bianche. Avevo le braccia e le spalle spaccate, sanguinavo in ogni punto del corpo, ma mi dissero che continuavo a sorridere e a guardare le mie mani, come fossi caduto in un delirio…
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