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Incontrare i
Violet è tuffarsi nella
Sinestesia. Al termine di un’esibizione che ha resuscitato e portato a ballare anche i morti (live at
New Ghost, nei pressi del cimitero di Staglieno),
Zao, il chitarrista che avrebbe fatto impallidire
Angus Young per presenza scenica ed agilità articolare, rivela: “ per me la Musica è fisica, emotiva, gli altri hanno un’espressione corporea diversa, ma non esiste una prima donna, la rovina di tutti i gruppi... Yoko Ono docet! Abbiamo fisicità e background musicali differenti: io suonerei Glam, mia passione/ossessione; Fede (cantante) si ispira ai Depeche Mode e David Bowie; Davide (batteria) - che militava con Daniele (chitarra baritono) nei Narkan - è marcatamente dark minimalista (“lui è Joy Division” esclamano, quasi all’unisono, gli altri)... Il connubio di tutti suona Violet: unendo
dark new-wave e dark rock si ottiene quel
rock-wave col quale vogliamo tingere di viola il nostro pubblico... Ricordiamo ancora, con soddisfazione, il calore mostratoci all’Alter Ego dai nostri fedelissimi ”.
I testi dei
Violet, fatta eccezione per alcuni brani in italiano, sono riduzioni/traduzioni in inglese del prolifico poetare del cantante: chiedo lumi circa i motivi ispirati a
Poe ed alle poesie del
Disamore di Pavese ma Fede, tanto generosamente si dona cantando, quanto è riservato una volta sceso dal palco; sorride e mi fa cenno di parlare con gli altri.
Daniele mi regala il segnalibro di
Nero + e racconta: "Ho curato le illustrazioni per i racconti di Edoardo Cavazzuti: il mio approccio, sia alla musica che alla grafica, è di tipo dadaista e futurista", cita
Luigi Russolo e gli Intona Rumori, il Cabaret Voltaire ed evidenzia un forte linkaggio a
John Cage, indiscusso genio che rese il “Silenzio” Musica.
Zao spiega come il loro scopo non sia pubblicare un cd audio, bensì un videoclip sperimentale, un cd interattivo, per un nuovo genere nato dalla comunione sinergica delle influenze artistiche di ognuno: scopro, così, che Davide ha composto la colonna sonora di
“Pink film” del regista genovese
Davide Scovazzo, in una splendida corrispondenza di “Rosa” e “Viola”...
Zao mi svela i natali, sconosciuti anche ai fan storici, di un nome evocativo: “Violet è un aggettivo rimasto orfano, é fiore e colore: l’abbiamo partorito Fede ed io, contro ogni superstizione, a favore della potenza cromatica ”.
Il pensiero vola all’opera multimediale teorizzata da Kandinskij nella presentazione de
"Il suono giallo", mentre un suono
“Viola” ci dipinge entusiasti di un gruppo a tutto tondo
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