IL BASSISTA PURO: non è un chitarrista. Hai capito? Non è un chitarrista. Tu, ignorante e supponente omiciattolo che ascolti la radio, la sai la differenza tra un basso e una chitarra? Sai cosa sia una sezione ritmica? Sai quale sia la differenza tra un basso e un basso elettrico? No! Non la sai! E allora taci e rotola, suino, e supino. Il bassista puro è un puro bassista e deve sopportare l’incompetenza globale! Grazie alla sua arte, alla sua tenacia, e alla sua bravura, riuscirà a sopravvivere a tanta ignoranza. Del resto: all’Onnipotente servirono sei giorni per creare il mondo. Al bassista puro bastano quattro corde. Destino preconizzato: maniaco di Pastorius, afflitto da gastrite cronica. Antidoto: non pervenuto. N.U.C., Nessun Umano Coinvolto.
IL BASSISTA SFIGATO: ha sacrificato i capelli; ha rinunciato a qualsiasi rapporto sociale; ha sofferto come nessuno soffrirà mai; è bravo bravissimo grande grandissimo e poliedrico. Eppure eppure eppure... Lo riconosceranno solo da morto. Lo sa e non perde occasione per lamentarsene, specie quando a sessant’anni suona in una cover band di ventenni che lo sfottono. Destino preconizzato: volevo – potevo – sapevo. Antidoto: fatti una vita!
IL BASSISTA RINOCERONTE: non ti considera. Non hai capito. Chi sei tu? Perché sei qui? Perché mi ascolti? Io sono un monaco zen e se voglio mangio insalate di ukulele perché il mio cartone animato preferito è Ufo Robot e se non hai colto il riferimento non è un problema mio. Io vivo tranquillo, so suonare, sono in equilibrio. Faccio l’amore regolarmente e il mio intestino è un meccanismo perfetto, come me. Io mi amo, mi rispetto, e non cago il cazzo al prossimo mio. Decido io. E decido se suonare o se dormire. Mollami. Destino preconizzato: l’Omone (si narra che l’esemplare zero del bassista rinoceronte viva in quella ridente cittadina di Albisola...). Antidoto: grigliata mista. Barbecue batte basso.
IL BASSISTA ORNAMENTALE: o è figlio del conservatorio (capace ma decisamente non commerciale e non commerciabile) o è uno strumentista della differenziata. Cioè? È finito. È finito ad accompagnare attori e poeti minori. Destino preconizzato: underground colto. Antidoto: sagre di paese.
IL BASSISTA DI RIPIEGO: non è un bassista. Teoricamente suonerebbe la chitarra, ma è inutile come chitarrista e come essere umano. Per sua fortuna: più elementi ci sono in una band, più il pubblico è felice. Si agita come un ossesso, sul palco e in sala prove; è odiato da tutti gli altri musicisti e odia tutti gli altri musicisti, ma “fa scena e funziona”. Destino preconizzato: presenza scenica con contratto da precario. Antidoto: guardarsi allo specchio.
IL BASSISTA COMPLESSATO: si sente Francesco Petrarca sconfitto da Pablo Neruda; si sente Giotto sconfitto da Van Gogh; si sente Vivaldi sconfitto da Chopin. Si sente triste, solo, incompreso e destinato alle sofferenze più atroci. Sul palco interpreterà sempre il ruolo del gatto di marmo, immobile come una statua si fisserà i piedi, senza degnare di uno sguardo il pubblico incompetente o i compagni di musica, puttane carismatiche e ignare del destino oscuro che tutti ci cancellerà. Con un click. Destino preconizzato: sfottere i tastieristi, perché sono gli unici più complessati di loro. Antidoto: dieci gocce di un farmaco antidepressivo a scelta.
LA BASSISTA: vince. Sia brava. Sia brava e bella. Sia bella e inutile. Sia quel che sia: la bassista “fa fico”. Destino preconizzato: o sei Claudia Natili o no. Ferme tutte! Niente panico! Stai tranquilla, cara bassista, anche se non sei Claudia Natili (mi dispiace, ma non ha ancora deciso di clonarsi) vivrai comunque di rendita. E non dovrai sapere suonare e capire la differenza data dal suonare con le dita, con un plettro di metallo, con un plettro di feltro o con un plettro d’osso... Antidoto: non pervenuto. L’umano è sempre lo stesso umanottero prevedibile. In ogni ambito e in ogni secolo.
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