CORPI DI CARTA CHIARA |
30 Ottobre 2024 - L’ENIGMA DI UNA VOCE. Testimonianze critiche per la poesia di Lorenzo Pittaluga MACABOR ha il piacere di annunciare l’uscita del QUATTORDICESIMO volume della collana di testimonianze critiche sulla poesia italiana PERCORSI: “L’ENIGMA DI UNA VOCE. Testimonianze critiche per la poesia di Lorenzo Pittaluga”, a cura di Marco Ercolani. Il volume presenta un’antologia di testi editi e inediti e una scelta di contributi critici che, per la prima volta, mettono a fuoco l’opera poetica di Lorenzo Pittaluga (1967-1995). Oggi, nel 2024, da una distanza temporale tanto lunga da permetterci di vederne con chiarezza la classicità e l’originalità, possiamo testimoniare l’enigma della sua voce e ritrovare nostro un poeta tragico, beffardo, surreale, inclassificabile, incollocabile anche in una provvisoria storia della letteratura poetica contemporanea; un poeta sempre giovane, la cui inattualità coincide con la risonanza delle “anime strane”, estranee a ogni progetto razionale, esposte alla nuda e dolente vita, quindi potentemente reali. Come scrisse Lorenzo in vita (ma lo scrisse per noi superstiti): “Per te avvolgo pensieri postumi”. Hanno contribuito a questa monografia: Cristina Annino, Dario Capello, Luisella Carretta, Chiara Daino, Marco Furia, Elio Grasso, Vincenzo Guarracino, Alfonso Guida, Angelo Lumelli, Francesco Macciò, Francesco Marotta, Gianni Priano, Alfonso Ravazzano. Lascia un commento... | |
3 Agosto 2024 - INCURSIONE DELLA METALLI COMMEDIA AL PROG FEST DI GENOVA Il 03/08/2024 la DAMA CHIARA DAINO sale sul palco del Porto Antico Prog Fest - in una incursione rapida ma NON indolore - per presentare la Metalli Commedia e festeggiare il compleanno di James Hetfield. ecco lo Signore del mio spartito, ecco l'Uno, lo mio Jimbo possente ecco chi lo Metallo ha nutrito: lo Santo Rabbioso, l'Alan ardente lo Master di Metallica giustezza, or m'è di fronte l'Hetfield sorridente La Metalli Commedia può essere acquistata su AMAZON in formato cartaceo o Kindle. Lascia un commento... | |
6 Novembre 2023 - DEA CULPA: BREVIARIO PER L'ANIMA STANCA In data 06/11/2023 la UrsaMaior Edizioni pubblica, per la Collana I Cavallucci, Dea Culpa: Breviario per l'Anima stanca. Provvedi, premia, castiga: Ginevra Ballati e Chiara Daino dedicano al senso di colpa un breviario per esorcizzare le “pietà invisibili” e i demoni sensibili. Sette acquerelli, Sette liriche, Sette pittogrammi, Sette prediche: per mappare il senso di colpa in tutte le sue declinazioni, sfumature e manifestazioni. Dea Culpa opera la necessaria violenza, variegata e votata al dialogo col lettore. Senza mentire: l’Anima stanca enuclea il nocciolo di ogni umano patire, d’ogni troppo umano provare. «IL SENSO DI COLPA» non è ostentato vittimismo, ma la comunione dell’anima silente senza amnistia. È la fortuna della psichiatria. Prefazione di Andrea Magno, postfazione di Marco Ercolani. Lascia un commento... | |
17 Aprile 2023 - OSSA CAVE: GINEVRA BALLATI e gli interrogativi Artistici [tra Campare e Campire] 1. Piove sempre sul bugnato? Sembra refuso ma non è; vorresti e potresti [questa la domanda] esaltare τέχνη? Tu che creasti un nuovo pantone pittorico e spiegasti Keith Haring coi geroglifici: sapresti spiegare all’asilo perché Fontana sia Arte mentre sfregiare un pannello Ikea sia una patologia da psichiatria? L’acquerello è una tecnica da pessimisti. Si lavora in negativo, dato che il punto di massima luce coincide con il bianco intoccato della carta. Quindi qualsiasi gesto, fosse anche per una singola velatura di colore, crea un abbassamento di luce, cioè un approssimarsi al buio. C’è poi il fatto che richieda velocità di esecuzione – specialmente nelle stagioni calde, quando letteralmente tutto evapora tra le mani e, al contempo, non permetta errori. La possibilità di recuperare un errore esteso è praticamente inesistente: si fa prima a imprecare, bruciare il foglio e poi imprecare di nuovo. Questo porta a mettere in conto [e nel costo] una certa percentuale inevitabile di insuccesso. Sulla tecnica ho sempre cercato di investire, sia in termini di tempo, sia per quanto riguarda la scelta dei materiali. Quando la tecnica [intesa come insieme di gesti e conoscenze necessari e spogli: senza fronzoli, balletti e riverenze] è veramente assimilata diventa inconscia e tutta l’attenzione può concentrarsi sui contenuti. Detto meglio e più chiaramente: se non devi pensare a come muovere le mani – quello che nasce attraverso le mani è più probabile sia vitale e arrivi a comunicare quel che può. Per ora il nuovo pantone mi elude, ma nel tempo la mia palette è cambiata e si è definita: un numero limitato di colori, alcuni toni che si chiamano l’un l’altro e che al momento mi suonano giusti. Ultimamente sono sorpresa dalla gamma dei rosa che fino a non molti anni fa, per me, era indigesta e impensabile. Fontana si è dovuto inventare una lingua e un linguaggio perché la vecchia guardia gli stava stretta e non bastava più per ragionare col mondo nuovo e rinnovato dalla tecnica e dalla scienza [fine della parte rivolta all’Ipotetico Novenne]. Per rispondere al resto: Fontana ha dato il via ad una valanga semantica, volendo e dovendo esporsi alla nuova concezione di spazio e di cosmo ha deciso che servivano nuovi vocaboli e, con la consapevolezza dello specialista, si è messo ad aprire le tele con tagli e buchi. Ha creato fisicamente e chirurgicamente dei portali in modo che lo spazio e il tempo confluissero attraverso la superficie della tela. È arte ed è genio perché si colloca saldamente nella sua epoca e da lì crea uno smottamento, permettendo un salto in avanti semiotico. Non so se i pannelli Ikea brutalizzati di cui parli si esprimano con la stessa potenza. Grande ornitorinco celeste, 2022 2. Dicotomizzi? Che ne pensi dell’Arte e dell’Artigianato? Riformulo: rispetti chi si definisca artigiano anziché artista? Umiltà o Mestiere? Narciso o Miserere? Scocca i Tuoi dardi, per piacere. Rispetto tutti, basta che siano coerenti. L’artigiano produce cose fatte bene e le produce per vendere: servono, perciò, una certa serialità e la capacità di sottomettersi ad uno standard. L’artista – in teoria – dovrebbe esprimere [anche in senso evolutivo o involutivo] qualcosa di intimamente necessario, vendibile o meno che sia. Insisto sulla necessità, che è individuale e non sopprimibile, perché più ci rifletto e più mi pare un parametro di valutazione affidabile. È una spina non estraibile, l’artigiano puro non soffre spine del cranio viscerale. Sul narcisismo si potrebbe aprire un capitolo a sé: c’è chi opera per costruire un monumento a sé stesso – e non dico sia sbagliato, ma personalmente sull’allungo lo trovo un po’ stancante, con un sottofondo di muffa e fanghiglia. Tra le varie categorie, che sono tante quanti i diversi modi di stare al mondo, c’è poi quella che a me interessa di più: chi opera come tramite tra quel che c’è e quel che potrebbe/dovrebbe essere. È un farsi medium per eccesso di empatia e il risultato si approssima all’annullamento. Si prova ad esistere sotto altra forma identificandosi quasi completamente con il soggetto dell’immagine; è una specie di assenza da sé stessi in dosi omeopatiche. Segale cornuta, 2022 3. Senza diplomazia – quanto T’inalbera vedano, con sicumera snervante, Te nelle Tue Opere? Il Soggetto deve rispecchiare il Creatore? E se fosse l’Occhio? Metronomo Impalatore? Se fosse? Non mi crea irritazione, più che altro curiosità. Quello che creo parla quasi sempre di una parte di me, ma non è mai un autoritratto completo: non trovo interessante farmi un autoritratto, né un altarino. Sono piuttosto visioni parziali di vicende vissute, immaginate o proiettate e modi per essere altro da me pur mantenendo un nucleo fisso. Alla base c’è la necessità di trasformare quel che mi succede per spiegarmelo da punti di vista diversi e cercare di risolverlo in altro modo, in modo altro. O per esorcizzarlo, o per giocarci. Quando chi guarda ci vede me e/o si vede rappresentato e raccontato – vuol dire che le immagini si sono attivate e hanno cominciato a creare echi e reazioni. Di qui in poi io ho finito: le immagini iniziano a parlare a modo loro e spesso a raccontare storie diverse a seconda di chi le interroga. È polisemia: se sono vive sono polisemiche. È un meccanismo inquietante perché – a pensare il tutto razionalmente – in fondo si tratta soltanto di linea e colore su carta; è lo stesso meccanismo magico che mi rende sorpresa e grata, anche perché, ogni tanto le persone, trovano il tempo e la voglia di cercare un contatto. Ovviamente la gratitudine viene meno quando mi capitano tra le ali gli “psicoanalisti della domenica”, pronti a spiegarmi i miei processi mentali o i miei presunti traumi. Nebula, 2021 4. Campare e campire! La qualifica evade la bolletta? Più pragmatico: CENSURA – ora – FATTURA? Gridare allo scandalo pensi sia l’unico modo per vendere l’Artistico? La qualifica e lo studio non evadono necessariamente la bolletta, ma ti permettono di soffrire in modo più completo e motivato, il che – è risaputo – fa tanto artista. Nel mio caso le bollette sono evase principalmente attraverso altri lavori: progetti didattici e editoriali; illustrazioni; opere su commissione. Il difficile è tenere tutto in equilibrio, soprattutto il tempo da investire da una parte e dall’altra. Gli scandali e i casi vendono, specialmente in un periodo in cui il prodotto funziona se è caricato in senso narrativo, se racconta una storia. Si tratta di avere la scaltrezza, le capacità [o un’agenzia di comunicazione sveglia] che consentano di costruire un megafono mediatico adatto – attorno all’opera e all’artista. Poi possono capitare gli involontari colpi di fortuna e la canea geniale che trasformano il chiacchiericcio in grande clamore per ben 48 ore. L’importante è averne coscienza per riuscire a valutare se sia mero marketing o se sotto, comunque, scintilli la forza della sostanza. Esiste chi – per inclinazioni caratteriali, per ingenuità, o per ideologia – non riesce ad abbracciare questo meccanismo e si mette, più o meno volontariamente, da una parte a guardare: tale immobilità da statua giudicante favorisce la leggendaria leggerezza sul fronte quattrini e, per qualcuno, l’impagabile frisson della lamentela perpetua [per rispondere al tuo Miserere della seconda che hai detto, Quelo interrogativo]. Lord Nausea, 2021 5. La Tua Arte è un ossimoro, uno sfottò; un chimerico acquerello – o l’insieme ibrido di questa scheletrica Cariatide che chiamano Vita? La domanda è già una [molto lusinghiera, molto poetica, vagamente inibente] definizione. Volendo entrare nel merito devo chiamare in causa le ragioni per cui creo immagini. Uno: perché ho bisogno di spiegarmi – e forse anche spiegare per vie indirette agli altri – alcune percezioni. E ho la necessità di farlo prendendo una strada che sfugga alla razionalità pura. In questo l’ossimoro si presta perché, per sua natura, annoda due opposti e li mette in risonanza per conflagrare due idee lontane generando significati nuovi. In sostanza: le immagini, per me, sono l’uscita di sicurezza dalle situazioni in cui il mio lato iper analitico tende a prendere il sopravvento, pretendendo di inchiodare, sezionare e catalogare qualsiasi esperienza in modalità cartesiana. Due: per far convivere in modo tollerabile l’alto con il basso, il serio con lo humor, i vivi con i morti [la cariatide è cariata, era cariata fin dall’inizio]. È un modo molto dispendioso – in termini di tempo e scoramento – di gestire la cosa, ma per il momento non ho trovato strade alternative, almeno non praticabili sul lungo periodo. Tre: per dare spazio ad un ripetuto atto di fiducia [direi fede, non fosse che il termine è per me problematico su vari fronti] che altrimenti non avrebbe spazio. Fiducia che quando ho a che fare con le persone è una conquista che, per ragioni strettamente biografiche, richiede fiumi di tempo, oceani di pazienza e – spesso – secca presto per incomprensioni. Fiducia che invece, quando si tratta di originare immagini, straripa da tutte le parti. E si ritorna all’ossimoro che mi abita e mi sostanzia: «tendono alla chiarità le cose oscure». Stanza bianca, 2023 Ringraziando Ginevra Ballati per essere – Numinosa Artista che controbilancia [sì, continuerò usare Maiuscole; per etica e per estetica personali] Vi invito attuffarVi nel Suo pneumatico pluriverso pittorico per respirare Arte; per acquistare Arte e Vita: parola di Dainoraptor – dalle Ossa Cave. In rete: OSSA CAVE ginevra ballati – ossa cave Mockito ergo Zoom [Sukita Ginevra], 2023, divertissement di Dama Daino; scatti rubati [lodate la comprensiva e ancor più espressiva – Ballati] Lascia un commento... | |
1 Gennaio 2023 - D I O S T E R I A In questo primo giorno del 2023 Chiara Daino e Marcello Ferrau vi invitano a brindare con loro acquistando il libro più alcolico dell'anno! Ordinate subito DIÖSTERIA e AMAZON provvederà a farvelo recapitare comodamente al vostro tavolo in formato cartaceo o Kindle. DIÖSTERIA è un manuale per forti bevitori e per tosti lettori. Canzoni e canzonacce, filastrocche e filasbronze, parole e parolacce; Osterie e paraponziponzipoesie. Testi tutti da stonare perché: al tuo trauma devi brindare e - leggilo come ti pare! Hanno brindato con noi: Enrique Balbontin, Damix, Daniele Ferrero, Franco Pezzini, Tiziano Riverso. Lascia un commento... | |
14 Aprile 2022 - 5 MARZO IL "RIGORE" DI PASOLINI Chiara Daino [Pesce Autore] e Tiziano Riverso [Pesce Illustratore] nuotano contro corrente per omaggiare Pier Paolo Pasolini [Pesce Titano]. 5 MARZO IL "RIGORE" DI PASOLINI può essere acquistato su AMAZON in formato cartaceo o Kindle. «Non chiederti COSA Pasolini abbia fatto per Te, ma QUANTO Pasolini ci sia in te» «Di che COSA parla questo libro? Della COSA di Pasolini che Tiziano cosò con cosacce della detta Dama che cosacchiò contro cose critiche, cosando anche i casini di Cobain e dei Motörhead e di Zappa e di Busi e delle cose carine delle Case Farmaceutiche… Cosando e chiosando COSE PER TUTTI. A CHI parla questo libro? A tutti i COSIDETTI e a tutte le COSETTE, nel NOME DELLA COSA». Lascia un commento... | |
26 Novembre 2021 - *SCONTO O SCOTTO? ABBUFFARE O ACCENTARE?* [o: #BlackFriday & #BackNinety] Se la risposta giusta non sapete dare con Metalli Commedia siete CERTI di sbagliare! La Metalli Commedia può essere acquistata su AMAZON in formato cartaceo o Kindle. Lascia un commento... | |
1 Maggio 2021 - *INTERVISTA CURSE VAG GRAPHIC* [o: quando il #Professionista puntualizza parche parole. Alla Lemmy] «Tengo in maniera particolare anche alla ristampa del libro “La Merca”, della scrittrice Chiara Daino. In questo caso, sia perché ho avuto le possibilità di conoscere una splendida persona (Chiara mi perculerà in eterno per questa frase. Ahahah!), sia per la fiducia che in me è stata riposta, oltre alla sfida, di affrontare un qualcosa di completamente nuovo» [QUI l'intervista completa a Andrea Curse Vag] La Merca può essere acquistata su AMAZON in formato cartaceo o Kindle. Lascia un commento... | |
15 Gennaio 2021 - CARO COLLEGA Storielle Facili X Colleghi Sto®ici CARO COLLEGA è il nuovo libro della Dama Daino scritto in collaborazione con il GRIND GUIGNOL, collettivo composto da Marco Ercolani, Marcello Ferrau, Daniele Ferrero, Juri Lantero, Frank Nemola e Franco Pezzini. Il libro può essere acquistato su AMAZON in formato cartaceo o Kindle. «Che tipo di Collega sei e che tipi di Colleghi hai?» Storielle divertenti e aneddoti simpatici per divertirsi tra colleghi, ridendo dei colleghi e di noi stessi; delle nostre professioni e delle nostre ossessioni. QUALUNQUE sia il mestiere, vale per ogni categoria: SI LAVORA E SI FATICA, sopportando con pazienza ogni bastonata quotidiana. LAVORARE E FARSI IL MAZZO non sempre porta moneta, ma la famosa «risata» – anche se amara e anche se per poco – seppellirà ogni contrasto: «siamo TUTTI IL COLLEGA DI QUALCUNO». Lascia un commento... | |
17 Dicembre 2020 - *Sogno di una notte di mezzo inverno* *Sogno di una notte di mezzo inverno* Nei giorni in cui l’ombre s’allargan sul mondo un vecchio destriero conduce sul fondo del grigio deserto a una torre d’argento che pare un miraggio al nostro scontento. E chi lo cavalca è segnato da guerre, e viaggia da tanto su tutte le terre, ha più cicatrici che in testa capelli, e stanco ecco arriva ai remoti cancelli. Che s’apron e’l destriero accede al cortile, nessun paggio reca un acquamanile, né guardie sorveglian le porte e le mura e solo il silenzio è d’attorno che dura. Poi schiudesi infine un portale borchiato, e un vago sentore di fer s’è levato nell’aere d’assieme a un suon di stivali, ch’echeggia dei passi da ripidi scali. E appare di cuoio e metallo borchiata, Titania regina dai poeti sognata: creduta leggenda o sogno insperato appare reale all’uomo arrivato. E sopra il suo capo ella regge corona, bracciali di cuoio metallico sona, e gli occhi profondi di bistro marcati son pozzi di stelle e scintilli argentati. «FermateVi amico e a me ’l Vostro dite, Vi vedo coperto di troppe ferite. Mia cura prometto sarà di recare sollievo e del balsamo al Vostro penare». E poi lo conduce su per il portale, facendogli guida su per l’ampie scale, e fino a una stanza con ampio giaciglio velata la luce da fronde di tiglio. Lui toglie la cotta e l’armi squassate, e sotto la maglia ecco son rivelate le mille ferite da tutte le guerre patite lontano per tutte le terre. Titania recupera bende ed unguenti, e vino e dell’olio ed entro i battenti dell’ombrosa stanza deterge e poi cura: del lungo vagar le ferite depura. «Riposa» ora dice all’ospite stanco «e con il mio canto il cuore rinfranco»: poi modula un canto in ritmata poiesi tal da sollevare gl’interni suoi pesi. E l’uomo s’addorme e la palpebra chiude: e il sonno recato gli affanni gli esclude. E quando riprende dei sensi l’avviso, accanto di lei si trova il bel viso. Sta sulla ferita, le labbra pigiate, attinge il suo sangue a lente sorsate: solleva lo sguardo profondo, febbrile, ricambia l’occhiata dell’uomo gentile. «Trisava po’ esserti, son giovane sempre, metalli mi recano le mie verdi tempre, e ’l ferro del sangue che tu mi ha donato è bene gradito, è dono accettato. A te lascio scegliere, mio cavaliero, se a me vuoi donare il tuo succo nero: le labbra gentili non recano oltraggio e della tua carne non fanno l’assaggio. Reclino sul letto l’uomo la fissa, fulgente l’abbraccia una tal basilissa: «Titania regina, tu chieder non devi. Se vita so darti, son qui: per cui bevi!» [Franco Pezzini per Dama Daino] Metalli Commedia può essere acquistata su AMAZON in formato cartaceo o Kindle. Lascia un commento... |
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