Con Benigni siamo amici da anni. Lui è grande nel "buffo", ma lasciamo stare il "comico". I buffi sono concilianti, rallegrano la corte e le masse. Il comico che interessa a me è un'altra cosa. Cattiveria pura. Il ghigno del cadavere. Il comico è spesso involontario. Specialmente quando si sposa con il sublime.
Carmelo Bene [da L'Espresso, 13 gennaio 2000]
Giovedì, a Genova: inizia l'Inferno. E rivolgo gli occhi al Cielo, all'unico: CARMELO! E rivolta lo stomaco e il senso del Palco: folle di labbra mute. Tutte dedite alla moda del momento. «Io sono già dimenticato, meglio ancora ignorato, in vita. Mi hanno promesso a Otranto i funerali da vivo. Non c'è bisogno di consegnare un cadavere in pubblico per meritare la dimenticanza». Memento: BENE! È al di là di qualsiasi categoria. Di qualsiasi istanza critica. Non si può [non lo accetto!] dimenticare, demonizzare, distorcere. Solo: rendere grazie. E voi, voi - CHI portate in trionfo? CHI portate - cinto d'alloro - ad esempio? Non si tratta di gusti. Essere giusti - e ridare voce al Mito, all'Uomo, alla Firma [che fregia l'Italia che ignora]. Si vergogni chi sceglie le foto a commento [sciolte dal Bene], si vergogni chi screma il passato che rimane presente, si vergogni chiunque - è figlio di mamma mass media. In medio stat digitus meus!
Me ne fotto di quel che mi riguarda. Malati gravi si è per definizione.
e ancora: a te, teste di tutto. Il tutto che trita.
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