Chiara Daino
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2023, Poemetto Grafico
DIÖSTERIA DIÖSTERIA
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5 MARZO IL 5 MARZO IL "RIGORE" DI PASOLINI
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CARO COLLEGA - Storielle facili per colleghi storici CARO COLLEGA - STORIELLE FACILI PER COLLEGHI STORICI
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VIRUS 71 VIRUS 71
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2015, Versi
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2011, Romanzo
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2011, Opera Martire
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2010, Poema Borchiato
Virus 71 VIRUS 71
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2010, Versi
La Merca LA MERCA
Fara Editore
2006, Romanzo
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06 Maggio 2010 12:53:31
«I’ve had so many man in my life
that I think the FBI should come to me
when they want to compare fingerprints»
[Mae West]


Progetto di Arte che sposa l’Ecologia. E l’Amico le chiese: «hai materiale da riciclare?». E la Dama rispose: «una schiera di ex!». E l’Amico precisò: «materiale inorganico!». E la Dama confermò: «una schiera di ex!».
Così rampollò – Virus 71 – raccolto e rilegato per un sano approccio che consenta un ancor più sano: riciclaggio. And Dama laughs. E più che un sorriso è una smorfia [napoletana! E 71 è l'Ommo 'e Merda e se il letame è letame, non solo si ricicla, ma si rivaluta: nel materiale organico che concima – un terreno acido e un testo fertile].
E si traveste da poeta per coprire un’attività meno losca di quella del poeta: convertire in bellezza. Potere che la parola può. La catastrofe: capovolge. E non sempre è un male. Ribaltare una situazione, a volte, è riuscire a sconvolgere l’ordine prestabilito: è l’umana comoedia. È quel materiale umano/disumano/inumano che diventa: materia scrittoria. E chi non nasconde il *cadavere squisito* di almeno un ex, di almeno una ex? Quando poi ne hai armadi pieni e letti invasi, cassetti obesi e ricordi decisi: perché non cantare di tutti gli *amori scortesi*? E per la prefazione di Ottonieri, e dalla prefazione di Ottonieri: «Una bocca che si offre, dalla bocca alla faringe, come macchina da guerra. Risonante cassa, macchina di risonanza. Nella pronunzia frontale. Rullo compressore del verbo, e parole a rincorrersi nel peso ferreo d'una velocità multiversa (lingua che scorre a multiple velocità salendo la corrente delle salive i suoi sali secreti); ingranaggio di sillabe in furia nel moto della deglutizione. È questa la fortezza verbale (irta purezza virale) di Daino, il velluto rovente ruvido di Daino, poesia armata contro se stessa (contro contro ogni inganno che il decoro della parola è in grado di operare) - anti/poesia in purezza strappata coi denti brano a brano, a bruciare il suo tempo: e centimetro su centimetro a conquistare spazi, a saturare ogni spazio, costi quel che costi, in cumuli d'anniluce. E se il costo è monta di marea se è il magma che travolge il discorso (fattosi carico del coacervo dei discorsi) nel diramarsi metastatico dei sensi del Senso, se è ribollìo se è lava che trascina le ispide arborescenze dal dire disseminate lungo i pendìi, allora significa che qui è l'unico costo possibile, o forse anzi, che è il costo necessario. [...] Nella purità virale, che è solamente sua, l'Arco di Daino resta solo a popolare il linguaggio in numerose parti, quando le pareti crollano e l'alter, il maschio (per antonomasia, settantuno: l'ommemmerda delle carte della cabbalà sudista), si squaglia flaccido senza più frecce nel pallore d'un ultimo fuoco irredimibilmente affetto; e si sgonfia sconcertato in un talamo di accenti aguzzi come spine. E lei diretta e sola, nel centro aperto della scena, come un'armata che si sia data il compito (effetto Matrix) d'affrontare il deserto delle tenebre, per illuminarlo della lucentezza delle sue corazze di titanio, delle sue spade da jedi reduce da un pianeta esploso. E metallo allora come làmina vibrante, teso Arco a rimandare onde sensibili di Suono; una carne flessibile di schegge, ad ammassarsi in velocità di luce, strato su strato per erigere un muro elastico di Suono, un vibrare acuminato di cristalli, in tensione sull'assordante frastuono del Nulla.
(Poesia, a rigori, incommentabile (almeno da fuori) questa di Chiara, perché diritta/diretta – come lama, tagliente lama tempestata di pietre - estroflessa autoanalitica testimoniale provvista di corazze d'impossibile autocommento...)
Mastica-e-sputa, non potrà che essere (anoressia pantagruelica) il suggello di questa cannibalesca difesa dall'universo svuotamento. – Che è poi nulla di meno che desertificazione definitiva della Carne.- In elfica leggerezza di Daino, è il colpo estremo di glottide, tirato per non lasciarsi soffocare dalla monta irreversibile del male: quel che pure bisogna risalire (sa bene Daino) per ritrovare, contaminati e incorrotti, il bandolo d'una qualsiasi salvazione. – Salvazione nella vita del linguaggio; salvazione del medesimo linguaggio, da assimilare tutto intero e molteplicemente in ogni piega, per via di discipline estreme tutte ancora e sempre da inventare [...]».


E se nell’inventare si radica la radice prima, quella etimologica, la nuova essenza che raggiunge: è un istanza, è la coerenza di chi *rifiuta*! Qualsiasi etica sociale: non le appartiene. Le dicotomie in atto [e in atto coercitivo] sono solo catene. La libertà è scelta e si sceglie da sola – la scala di condotta: evita qualsiasi etichetta! Perché chi abita l’ossimoro dell’ossimoro: è chi non ha paura. Di essere. Il glifo del segno, la tensione degli opposti e, tra Circe e Calcutta, continua: nel bene e nel male che si vive per come si sente – l’attributo «mia». Musica, maestro! Ti ho detto mai di quella Armonia che è figlia di Ares e Afrodite? Pensate pure come la società vi impone – lei se la ride, soffiando via il brutto in bellissime bolle di sapone...


15 maggio 2010
Salone Internazionale Del Libro, Torino
Ore 17
presentazione di
Virus 71
di Chiara Daino
prefazione di Tommaso Ottonieri
Aìsara Edizioni

E ringrazia Aìsara Editore, Daniele Pinna, Francesca e Tommaso Ottonieri.
E tutti gli ex a cui non dedica. Si è dedicata al suo...






«When I'm good, I'm very good.
But when I'm bad I'm better»
[Mae West]





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