CORPI DI CARTA CHIARA |
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Estratto da PostPopuli 19 Febbraio 2014 10:00:00 |
«How many books can a writing exist
Before it’s washed to the web?
The answer, my friend, is blowing in the print
the answer, my friend, is blowing in the print»
Donna diffidente. Da sempre: mi tacciano e mi tacciono. A ragione. Esclusi Alice Cooper [miei inconsapevoli Lettori: siete delle Sue proiezioni, Vi garbi o meno!] e Lemmy Kilmister [la sottile linea bianca illumina ogni filo rosso, per quanto spesso], Dama detesta dissipare diottrie e denari – acquistando libri di cantanti.
Schierando tutti i cavilli di buona volontà e tutti i cavicchi di volontà masochista: mi rifiuto leggere [pagando s’intende] le biografie dell’ugola di turno – in combutta munifica a spese dello schiavizzato autore non patinato [awka: ghost writer].
Mi regalarono [è Carmeliano Bene sottolinearlo] versi [?] di un noto cantautore italiano che non nomino – stanca d’essere querelata.
Indovina, o mio Perspicuo Lettore… PESSIMO! La Scrittura che sottende una canzone è DIVERSA da quella che sottende una poesia e non sarò certo io a tediarTi, mio Avveduto Lettore, spiegandoTi l’ovvio.
Pure, come Moon alluna aforismando: «il conformismo regna ma l’eccezione domina» e Domina è Annalisa Regina. Sovrana dello Spartito decise donarsi anche nuda [nuda di strumenti, non pervertite l’attributo!] regalando parole, parentesi, pulsioni.
L’impresa, sic tradunt!, è ardua: recensire un testo che non è un testo ma un CORPO [del testo] quadrante l’Anima… Implica un distacco critico che Dama non possiede [non: gratuitamente]. Per questo, da lustri, evito recensire parti paroliberi e m’ancoro all’armonico.
Tenterò, tuttavia, tanto è il Rispetto – essere asettica e lucida quanto i miei parenti chirurghi.
«La Canzone del Vento» di Annalisa Belli sventaglia vantaggi e svantaggi del Cantante Cimentoso: suona alla perfezione, ma suona sposando l’effetto e la forma dell’oralità [T’Amo Lisa e la Tua voce è un cosmopavone di goduria, ma «E’» al posto di «È» m’orripila quanto il truzzame della K che social custom accetta e accentua. Mi pregasti essere sincera – quindi, per quanto Metal, non torturarmi «alla norrena» e non eternarmi come «la Dama resa un’aquila di sangue». È minuscola minuzia ma: arrossa l’occhio d’uno Scriba].
Anf, anf! Pant, Pant! Tolta la tigna che fiscalità formale tensiona, «La Canzone del Vento» è dondolo di grazia e danza delle gesta [ed eviterò effetto spoiler. La Storia è storia una e unanime. A Voi la voluttà di viverla e riviverla]:
Vedere a che punto hai lasciato i compiti
che non hai finito
ieri sera.
Abbracciare i tuoi genitori che ti mancano tanto.
Tornare nella stanza dove ci
sono i tuoi giochi:
«Stiamo per arrivare».
Il Linguaggio è semplice, ma non banale [Chapeau! Faber e pochi altri riuscirono titaneggiare grazie a dote rara che Dama NON possiede]; la trama attuffa le radici nell’archetipo:
«stupendosi come un bambino con la neve»
e scontorna la meraviglia cucciola che spesso obliamo, per negligenza o per noncuranza.
Annalisa è Porta che riporta un sorriso largo ma amaro [Amarcord] tra i Doors; il nido di Pascoli; il dedalo dei disastri umani [siamo troppo umani e sempre troppo poco]:
Ascolta “Riders on the
storm” a tutto volume perché la musica gli
trasformi il mondo
[…]
Andrò via di qui da
queste mattonelle consumate con il muschio
che si forma ai lati, andrò via di qui ad
imparare l’inglese senza aspettare di avere
ventuno anni come la mia amica Nicoletta,
ragazza alla pari. Io ci vado prima
[…]
La nota dolente è la colonna portante.
Un accordo – rigorosamente – minore…. Figlia di Ronnie James.
Mentre ti manca l’aria vedi tuo padre di adesso,
lo osservi
dall’alto.