Chiara Daino
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Damascena Estratto da Damascena
12 Aprile 2008 03:10:50

MARCEL MARCEAU

Pierrot (a casa da solo tutto intento a fare un cappio) Prestatemi un revolver o del buon­senso. Della carta, dell’inchiostro. A piacer vostro. Una sigaretta. L’ennesima. Devo essermi addormentato. Un quarto a mezzanotte, contemplo tutto dal fondo dello scroto. T’ho beccata, ho sognato il tuo bel faccino cinabro. Aveva il vigore di una fandonia, e che vitino di vespa però tenevi. Johnny 23 e il Prete mentre s’inculavano alla gran festa in onore dei mangiatori di loto a Tangeri… poi il Pruno m’ha cavato un occhio e… – toc! – rancando il pag­gio ha bussato alla porta e in fretta alla Granduchessa: “Il covatoio è pronto! Vuole che le prepari la vasca prima?” Poi dalla tasca gl’è cascato un foglietto: “L’uomo proboscide è fi­nalmente in città al: “Mercato delle Zecche, Cacatoio, Giugno [14 e 15] NON MAN­CATE!’’… poi più niente mi sono svegliato maledette imposte aperte! Son tornato al principio di ragione, lo stronzo quasi m’ha convinto. Vermiglio fiotta dallo squarcio ancora. Poirot non vuoi saperne proprio di morire. Il lento gorgoglio dai visceri infuocati gronda, piange e ride insieme. Un groppo in gola quasi strozza! La foia del Punto d’un colpo ravvigorita. Roba nera importata da un cacatoio. L’assunzione è di quelle da cucchiaio rovente o da fornello da campo e carta stagnola. Sotto la farina lo Smunto ghigna senza ragione alla bianca punzione mordace, all’osso, al cosiddetto amore. Che lo squisito torpore torni ancora a farmi martire! (allunga una mano, prende un taccuino) “Questo versare insensato nei tuoi occhi come morto. Delusa? E allora davvero è un gran giorno… prova e dì se un amore del genere avremmo mai potuto viverlo?
Tutto finge. Un posto lasciato vacante riempito un pò alla volta. Sempre lama alla gola. Sempre sulla parte maledetta del Manico. Per sempre, la panza che smania la danza.”

, ,

Schiera di dannati. Nei gabbi per espiazione. Scegli la via più breve. Marcire nel mezzo. Raschiare il fondo. S’ingrossa la fossa, s’aggrottano le fronti. Tutto brucia, tutto viene a galla. Le anime morte nessuno le ha sentite fiatare, nessun morto imprecare. Fa eco in un rintocco l’agonia immota. Santi e martiri, gloriose canaglie contrabbandan pidocchi. Bari, lestofanti battono alla porta. Angeli scalzi vengono a sorreggermi, mentre aspetto.
Ho il mio Inferno da implorare, il mio rompicapo da risolvere. Una domanda. Ma si diverton laggiù? ( il lunare ministro si genuflette.)
Luca Salvatore

 

Luci infrangono lo spazio della vista
Questa notte la notte ha fermato il tempo
La luce e` un vortice
Questa notte non deve finire mai
Perche` sei bellissima
Luna avvolgimi lo spazio della vista
Accarezzo i tuoi occhi e mi resta in mano un po’ di te
La luce e` un vortice
Come frammenti di voci lontane
Bianca lebbra di luce
Che m’ attacca nel buio
La mia pelle si spacca e non si forma piu`
Bianca squama di cielo
Che mi insegue nel buio
La mia pelle si spacca e non si forma piu`
Sono ancora qui non mi spezzo mai
Potrei vivere nel sogno di volare
Lanciandomi a cavallo delle scie
Alzandomi come sabbia
Come un frammento che cade lontano
Bianca lebbra di luce
Che m’ attacca nel buio
La mia pelle si spacca e non si forma piu`
Bianca squama di cielo
Che mi insegue nel buio
La mia pelle si spacca e non si forma piu`
Au clair de lune
Mon ami Pierrot
Prête-moi ta lume
Pour écrire un mot

 

 

Litfiba

Pierrot e la Luna, Pierrot è la Lupa…

Chiara


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