CORPI DI CARTA CHIARA |
1 Luglio 2016 - SI È O NON SI È: DAMA TRADUCE AMLETO Cercando il rispetto e cercando di rispettare il suono dell'originale - Dama traduce il Bardo, omaggiando l'eufonia e la poesia. Si è, o non si è per Enrico, per Roberto, per Ester
Si è, o non si è, quest’è la prova: s’è degno più alla mente chi si tatua i dardi e i sassi che la sfiga scaglia, o chi ostile s’arma al mar di guai e vince poi? Cos’è? È bara, branda... E basta; e nanne sì – che è la fine dei crucci e degli innati tanti traumi (il corpo paga pegno): è quel sipario, Devoto del desìo, tu. Muori, dormi. Si ninna, ma i sogni poi? Eh sì, la bugna, la culla è cripta: e chi lo sa non sogna quand’è da solo e senza il peso umano con calma, ora. È questo il vero tarlo che dona tanto spazio a tanto strazio, non scegli frusta e sdegno del tuo tempo tiranno male, ingiuria del superbo, d’amore nudo sempre, e legge tarda, la spocchia del capoccia, e poi lo schifo infame a schiaffi in viso alla virtù, se solo solo ti puoi dare pace con una lama? E dai, perché vuoi il peso dell’ira in vita e sudi a gran fatica se non per l’ombra “vita dopo vita”? La terra ignota ai vivi è la dogana che mai turista rende, e frena i piedi, ci salda al male noto, male nostro, e spezza il volo verso l’al di là. E pavida è la massa per il senno così l’innata tinta che è decisa si smorza grigia al dubbio, mano morta; e l’eco delle gesta perde tono ed ecco che la trama perde senso: e poi l’azione ha nome Non-azione. [Adesso zitto, muto! Ofelia è qui: che grazia! Ninfa, prega la Grazia perché ho peccato, nudo] |