Chiara Daino è molto coraggiosa. Poetessa, performer, con una spiccata propensione per l'Heavy metal più duro e puro, ha appena pubblicato un romanzo:
L'eretista (Sigismundus, 2011, pp, 272, euro 15, ebook euro 3,
www.sigismundus.it). Il titolo è bruttino, è vero - fa molto avanguardia Anni Settanta - ma il testo vale la lettura. Si tratta di una specie di supernova bella e splendente, carica di storie e significati, di sensi e depistaggi. Per questo abbiamo detto che Chiara Daino è coraggiosa: in tempi di commissari facili e cuoche dal mestolo veloce, è rimasta fedele a quella cosa strana e buffa, ma necessaria, che una volta chiamavano - con il dovuto rispetto - ispirazione,che è poi la coerenza nel portare avanti la propria visione del mondo e degli altri. Ma come tutte le cose cui un tempo si portava rispetto, anche l'ispirazione è finita in solaio. In tempi di grande omologazione scrivere secondo la propria ispirazione è pericoloso. Si rischia di toccare una grazia segreta e nascosta. Una grazia dolorosa fatta di parole come queste: «Mi strina l'anima sapere che un moncone di Marlboro duri più di una mia relazione affettiva e mi dispiace di aver turbato la sensibilità bucolica di quel cucciolo dinoccolato, ma mi pento di non aver dato al regista (o a qualcun altro, anagraficamente maggiorenne) quelle sberle». Ma c'è anche la storia, il racconto: folle quanto basta, volutamente frammentario e opalescente, fatto di più voci che ruotano intorno a quella centrale di Milla, formato da tante amcientazioni vorticose, da Roma a Madrid, da Genova a uno sperduto paesino del Cuneese. Per la cura amorosa della lingua e l'intreccio internazionale tra il dandy e lo scoppiato
L'eretista fa quasi pensare ad una specie di
Fratelli d'Italia di Arbasino in salsa metallara: «Mi dondolo in quell'antico spartito che canticcho, annegata nella mia maglia magenta di lana grezza, paga di tutta quella simmetria dell'anima. Mi cullo nell'aria
mossant della Langa, ma un trillare artificiale mi scolla dal mio paradiso mentale: il computer, lasciato acceso sulla tavolaccia della sala, emette suoni e richiami. Scapiglio il pelo del gatto mio E.T. E rientro dalla porta finestra. La schermata lampeggia sette nuovi messaggi inviatimi via chat, a distanza di pochissimi secondi, da Anthrax».
Per chi volesse vedere Chiara Daino in azione: il 22 ottobre è a Castorano (Ascoli Piceno) al Festival
[Ex]pressioni, organizzato da quella piccola isola felice ed effervescente che è La gru (
www.lagru.org), con il patrocinio e il contributo della Regione Marche - a proposito di regioni ben governate.